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strutture antisismiche
strutture antisismiche

La normativa anti-sismica in Italia

La normativa anti-sismica italiana è più che sufficiente per proteggere le persone e gli edifici: il grande problema del nostro Paese è rappresentato dalla necessità di progettare e portare a termine una salvaguardia dell'esistente appropriata. Il patrimonio edilizio del Belpaese, infatti, è fin troppo fragile, come confermato dagli sciami sismici più recenti. Gli esperti del settore sono concordi nel sottolineare il fatto che la fragilità non riguarda unicamente il patrimonio monumentale e storico - per il quale la situazione sarebbe in un certo senso giustificabile - ma anche gli edifici di carattere industriale e, più in generale, quelli di recente costruzione.

Per avere un'idea della situazione si può prendere a esempio il territorio di Mirandola, uno dei Comuni più colpiti dal terremoto dell'Emilia-Romagna del 2010: qui quattro capannoni industriali su cinque sono andati distrutti o comunque dichiarati inagibili. Appare evidente che un dato del genere non solo non è accettabile, ma soprattutto non è proporzionato rispetto a un sisma senza dubbio forte, ma certo di lieve entità rispetto ai terremoti che colpiscono con una frequenza decisamente maggiore gli Stati Uniti e il Giappone.

L'acciaio strutturale

Tra le strutture antisismiche che devono essere considerate più efficaci nella prevenzione dei danni che possono essere provocati dai terremoti, l'acciaio strutturale si fa apprezzare per la sua capacità di assorbire l'energia sismica. Non si tratta di una novità, se è vero che già in occasione degli eventi sismici che colpirono il Friuli nella seconda metà degli anni Settanta emerse che i fabbricati la cui struttura portante era basata su lamiere e pannelli in acciaio e carpenteria metallica avevano retto alle scosse in modo efficace. In effetti le strutture in acciaio sono in grado di sfruttare le riserve plastiche caratteristiche del materiale per assorbire l'energia: per di più, i dettagli costruttivi che vengono utilizzati sono molto meno costosi di quelli che servirebbero con materiali diversi.

Un ulteriore aspetto che rende consigliabile il ricorso alle costruzioni metalliche va individuato nei pesi strutturali che sono minori delle soluzioni costruttive che si basano su materiali tradizionali: questo fa sì che l'entità delle forze inerziali che sono provocate sulla struttura dal sisma sia ridotta, mentre l'azione sismica può essere dissipata in maniera più efficace.

La situazione in Italia

E veniamo alle note dolenti: nel nostro Paese la maggior parte dei capannoni è costituita da coperture, travi, colonne portanti e pannelli di chiusura prefabbricati in cemento armato, mentre le soluzioni in acciaio sono solo una piccola parte. Il problema dei prefabbricati in cemento armato sta nella mancanza di collegamenti adeguati alle azioni orizzontali: in pratica, le giunzioni che collegano le travi con i pilastri non assicurano vincoli che riescano a resistere agli effetti di un eventuale sisma.

Così, in occasione di scosse telluriche, i pannelli di copertura e le pareti sono esposti a un rischio di crollo dal momento che non sono vincolati alla struttura portante. Proprio il peso della struttura finisce, allora, per venire scaricato sulle colonne, che di conseguenza collassano o comunque si deformano. In occasione degli eventi sismici italiani più recenti, diverse strutture secondarie sono state protagoniste di crolli per la semplice ragione che l'ordinamento nazionale non le aveva annoverate tra gli elementi strutturali: non era stato previsto alcun obbligo di progettazione e di verifica, benché in realtà la loro fosse una funzione strutturale vera e propria.


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