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abete di Natale
abete di Natale

Come far durare l’abete di Natale comprato nel vivaio

Ogni paese e ogni epoca ha la sua pianta di Natale, anche se l’abete sembra aver messo d’accordo un po’ tutti. Al Natale sono sempre state consacrate piante bellissime e dal bel portamento e capaci, quando le altre sono spoglie, di offrire al giardino un aspetto vitale e colorato. Si racconta in  Inghilterra, che il biancospino germoglia il giorno di Natale e compie la fioritura a Pasqua, come Gesù Cristo. Nella Sicilia dell’ottocento le piante del Natale erano la mortella, l’oleastro, il rusco, la sparaghella e la mentha pulegium che, si diceva, a mezzanotte in punto, appena nasce bambin Gesù, senza neppure rinverdire, rifiorisce. Nei secoli scorsi in Italia, la notte di Natale i contadini usavano bruciare ginepro nelle case o appendere un rametto nelle stalle come portafortuna.

 

L’abete, dagli Egizi, dai Greci e dai Celti era considerata una pianta sacra legata alla nascita della divinità. Con l’avvento del Cristianesimo quindi,  venne collegato alla nascita del figlio di Dio. Se si acquista un abete di Natale di materiale sintetico, non profumerà, ma sicuramente durerà nel tempo senza particolari cure. Nel vivaio a Palermo invece, si possono trovare gli abeti che vengono appositamente coltivati come alberi di Natale, per evitare di depredare i boschi. Una targhetta del Corpo Forestale dello Stato certifica che l’albero che si è acquistato proviene appunto da una coltivazione e che non è stato prelevato in natura. Per far si che l’abete comprato nel vivaio a Palermo duri nel tempo, bisogna: curarlo al meglio e soprattutto non fargli soffrire il caldo; se è possibile lasciarlo all’aperto in un luogo non troppo soleggiato, se non è possibile, in casa va messo in un vaso molto capiente, lontano da fonti di calore; annaffiarlo regolarmente per tenere il terriccio leggermente umido; vaporizzare la chioma ogni 3 o 4 giorni con acqua demineralizzata.

 

Passato il Natale, l’abete va portato all’esterno e posto a dimora. Per fare questo, occorre scavare una buca grande il doppio della zolla che racchiude le radici e porre il colletto qualche centimetro al di sopra del livello del terreno, in previsione dell’assestamento; questa operazione deve essere effettuata quando il terreno naturalmente non è gelato. Durante le operazioni per la messa a dimora, se le radici sono avvolte in un sacco di juta, non è necessario liberarle da esso, basterà solo tagliare la tela, in quanto è realizzata in materiale auto degradabile; una volta terminate le operazioni di messa a dimora, se non ci sono precipitazioni, occorre anche bagnare il terreno abbondantemente. Se non si dispone di un giardino, si può riportare invece l’abete al vivaio a Palermo.


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